Avviso urgente
Il Consiglio di Facoltà ha inoltre deliberato di indire un Consiglio straordinario, aperto agli studenti, per il 17 giugno p.v. alle ore 11 presso l’aula 1 del Polo didattico di Via Bellini.
- che cosa è?
- storia dell'eutanasia
- cognizione giuridica dell'eutanasia in Italia e in altri Paesi
- approfondimento sui 2 testi citati
Gli argomenti da trattare mi rento conto che sono molti e vasti quindi durante l'elaborazione vedrò di fare degli aggiustamenti. Cosa ne pensa Prof.?
Grandi Alessio
MILANO - «La scelta dell'eutanasia può essere vista come la forma più alta di libertà». Parole di Umberto Veronesi, oncologo di fama ed ex ministro della Sanità. Parole ben ponderate, visto che sono state ripetute per ben due volte nelle prefazioni di due libri sull'eutanasia, in questi giorni sugli scaffali. Il primo libro, «La dolce morte» (Sonzogno, in libreria a marzo), è di Marie de Hennezel, la psicologa francese diventata famosa per avere ospitato nel suo precedente volume, «La morte amica», il testamento spirituale dell'ex presidente francese François Mitterrand. Il secondo libro con prefazione di Veronesi - «Il posto delle fragole» (Armenia) - è della sociologa e psicologa Serena Foglia e raccoglie commenti di altri personaggi noti, da Francesco Alberoni ad Antonio Tabucchi. L'ex ministro appare ben consapevole della forza della sua presa di posizione, mai così esplicita, tanto che nella prefazione si affretta ad aggiungere: «Mi rendo conto, sono parole forti, sono sentimenti difficili da accettare, è una dura presa di coscienza di un traguardo che tutti dobbiamo attraversare. Scegliere per chi amiamo la "dolce morte" può essere un gesto di coraggioso amore, una dimostrazione che il nostro amore per la sua vita, ora sofferente, va oltre il nostro bisogno della sua presenza». Parole che vanno persino oltre le tesi esposte da Marie de Hennezel nel suo volume: «Il mio libro - spiega - non è né contro né a favore dell'eutanasia. Semmai è a favore delle cure palliative: è dimostrato che il 90 % delle richieste di morire non ci sarebbero se i malati si sentissero meno soli. Questo libro vuole rompere un tabù e aiutare ad aprire un dibattito». Un approccio condiviso con il ministro: «L'ho incontrato a Palermo lo scorso anno a una conferenza - dice la Hennezel - e mi è sembrata una persona sensibile a questi temi. In Italia, invece, so che le cure palliative sono poco sviluppate rispetto alla Francia, nonostante l'impegno della fondazione Florian di Milano». Veronesi, come la Hennezel, si guarda bene dall'offrire facili soluzioni a un problema così complesso. E nella prefazione al libro della Foglia scrive: «Non esistono regole, non esistono leggi, non esiste una via giusta e unica: ogni caso va analizzato nella sua singolarità».
Secondo la scienza l'Universo è incominciato con un'immane catastrofe, il big bang che ha squarciato i «sovrumani silenzi», e terminerà con un'altra non meno gigantesca catastrofe, l'entropia, la degradazione dell'energia, che a quei silenzi riconduce. Nel frattempo altre catastrofi devastano l'Universo e la Terra. Tra l'una e l'altra, intervalli che all'uomo sembrano lunghissimi e nei quali, d'altra parte, e frequenti, altre «minori» catastrofi si producono, quelle che uccidono migliaia di persone e di cui danno notizia i mass media. Il potenziale tecnico dell'uomo non è ancora in grado di fronteggiarle. Come sta accadendo con l'eruzione del vulcano islandese. Quel potenziale è invece in grado di gareggiare con la distruttività del fenomeno entropico: se scoppiasse un conflitto nucleare tra Stati Uniti e Russia la terra sarebbe distrutta tanto quanto potrebbe esser distrutta dalla «Natura». Sul piano della distruttività Tecnica e Natura si combattono alla pari.Sulla questione della legittimità morale della interruzione volontaria di gravidanza: Judith Jarvis Thomson, A Defense of Abortion, Philosophy & Public Affairs, Vol. 1, no. 1 (Fall 1971).
E dire che la Natura «si ribella» ha senso solo in relazione ai progetti dell'uomo. La sua ribellione, inoltre, può essere ben più radicale di quelle a cui ci è dato di assistere. A volte ci si trova di fronte ad affermazioni che sembrano inoffensive. Ad esempio questa, che le leggi della scienza (da cui la Tecnica è guidata) sono ipotetiche, cioè non sono verità assolute. Spesso gli scienziati se ne dimenticano. Ma l'ipoteticità delle leggi scientifiche significa ad esempio che un corpo, abbandonato a sé stesso, da un momento all'altro, invece di cadere verso il basso potrebbe andare verso l'alto. Qui la ribellione possibile della Natura è ben più radicale. La provvisorietà della destinazione della Tecnica al dominio del mondo è ancora più marcata.
Si fa avanti, in tutta la sua gravità, il problema della salvezza dell'uomo. Chi ci pensa? Quelli che si danno da fare per uscire dalle crisi economiche e politiche? Sì, a quel problema le religioni si rivolgono. Ma con la fede. E la fede è ipotetica come le leggi della scienza. Ma l'uomo è destinato ad aver a che fare soltanto con ipotesi e a soppesare soltanto con ipotesi il pericolo da cui è circondato?